Rula Jebreal svela Selvaggia Lucarelli mi ha aiutato a scrivere il monologo

rulaRula Jebreal  la giornalista italo-israeliana è la consigliera del presidente Macron per il gender gap, insegnante all’università di Miami sui diritti umani («Sono in ferie non retribuite», precisa), parla con i giornalisti in pausa caffè. Ieri il suo monologo sulle donne (con polemiche dal centrodestra, di Salvini e Meloni in primis) è stato uno dei protagonisti della prima serata. Con versi tratti da canzoni del repertorio italiano di soli maschi. Perché è qui? «La musica è sempre di sollievo nella mia vita», risponde. E l’Italia è un po’ come la sua casa. «Sono arrivata 26 anni fa. Mia figlia ne ha oggi 23. Le condizioni delle donne sono migliorate? Sicuramente. Ma di strada se ne deve ancora fare». Il suo monologo atteso e criticato perché senza contraddittorio.
«C’è un problema logico di fondo. Il contraddittorio all’Ariston con uno che ha picchiato la donna? Sarebbe una violenza ulteriore. Un insulto alla civiltà. Direi che il contraddittorio non ci vuole. O almeno io, non lo voglio. Sulla violenza contro le donne c’è un’emergenza nazionale. Un tema che tocca le nostre famiglie. Siamo indietro nel mondo». Faccia un esempio. «Il revenge po…n: negli Stati Uniti, una senatrice bravissima è stata costretta a dimettersi per delle foto intime fatte girare in rete. In Medio Oriente vieni ammazzata per questo. In Italia, sei donne in una settimana uccise. Di questa emergenza ne dovremmo parlare tutti i giorni. Facciamo la polemica sul mio cachet e poi non facciamo polemica sul fatto che le donne debbano ancora lottare per la parità salariale? Perché devo essere pagata il 25 per cento in meno. Una donna vale davvero meno di un uomo?».È la stessa giornalista israelo-palestinese che dice che ad aiutarla a scrivere il suo monologo è stata aiutata Selvaggia Lucarelli. L’atteso monologo di Rula Jebreal non ha deluso gli spettatori del Festival di Sanremo e neanche la platea dell’Ariston, che si è commossa con lei e la figlia e le ha dedicato un’ovazione. Impossibile rimanere indifferenti dinanzi alle sofferenze di una donna che ha perso la madre suicida per un episodio di violenza. Dal palco la Jebreal lancia un accorato appello: “Lasciateci essere quello che siamo o quello che vogliamo essere, madre di dieci figlie o di nessuna, casalinghe o donne in carriera”. Poi si rivolge agli uomini: “Siete nostri complici, nostri compagni, indignatevi insieme a noi quando ci si chiede ‘lei cosa ha fatto per meritare quello che è accaduto?'”. Rula sottolinea di essere stata scelta per celebrare la musica e le donne, ma “sono qui a parlare delle cose di cui è davvero necessario. Certo, ho messo il vestito migliore per questa serata, ma il senso di tutto ciò è nelle domande giuste. Chiedetevi com’era vestita la Jebreal, che non si chieda mai più a una donna stupr…ta com’era vestita quella notte”. Rula parla anche del dramma di sua madre Nadia: “Ha avuto paura di quella domanda, non ce l’ha fatta e come lei tante altre donne. Mia mamma ha perso il suo ultimo treno quando io avevo 5 anni, si è suicidata dandosi fuoco, fu brutalizzata e stup…ata due volte: a 13 anni, da un uomo che la conosceva. Le ferite sanguinano molto di più quando non si è creduto”. Infine la Jebreal chiude con una richiesta di libertà e rispetto: “Non vogliamo più essere vittime o orfane. Lo devo a mia madre, lo dobbiamo a noi stesse, alle nostre figlie. Vogliamo essere note, silenzi, libere nel tempo e nello spazio. Vogliamo essere questo: musica”.

Rula Jebreal svela Selvaggia Lucarelli mi ha aiutato a scrivere il monologoultima modifica: 2020-02-05T15:36:30+01:00da nessi-15