Ivan Cattaneo choc dopo il coming out la mia famiglia mi chiuse in manicomio perché gay

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Ivan Cattaneo è conosciuto per le sue canzoni, i suoi dipinti e anche per le esperienze in tv, ma non tutti sanno che Ivan Cattaneo ha anche un altro grande merito: è stato tra i primissimi cantati noti a dichiararsi apertamente gay e a rivendicare i diritti della comunità LGBT+. Intervistato da Serena Bortone nel programma Oggi è Un Altro Giorno l’artista ha raccontato della drammatica esperienza avuta dopo aver fatto coming out in famiglia. “Non c’erano dei modelli a fine anni Cinquanta.

Ho detto a mia madre che volevo diventare una donna e mi ha portato dal medico. Da lì mi hanno portato in manicomio. La dottoressa mi chiese perché volevo diventare donna e non stilista o parrucchiere. Continuavano a darmi psicofarmaci e cose. Una volta mi hanno portato in una sala con elettrodi e mi hanno fatto male, non so cosa fosse ma era terribile. La prima volta che ho scoperto di avere dei desideri diversi, pensavo di essere l’unico al mondo. Il manicomio è stato allucinante. Il ricordo più brutto del manicomio erano gli odori di urina, di sudore. Non ce l’ho con mia madre perché da donna di paese mi ha affidato al medico della mutua e non sapeva dove mi avrebbero portato”. “Non c’erano dei modelli a fine anni Cinquanta. Ho detto a mia madre che volevo diventare una donna e mi ha portato dal medico. Da lì mi hanno portato in manicomio. La dottoressa mi chiese perché volevo diventare donna e non stilista o parrucchiere.

Continuavano a darmi psicofarmaci e cose. Una volta mi hanno portato in una sala con elettrodi e mi hanno fatto male, non so cosa fosse ma era terribile. La prima volta che ho scoperto di avere dei desideri diversi, pensavo di essere l’unico al mondo. Il manicomio è stato allucinante. Il ricordo più brutto del manicomio erano gli odori di urina, di sudore… Non ce l’ho con mia madre perché da donna di paese mi ha affidato al medico della mutua e non sapeva dove mi avrebbero portato”.

Ivan Cattaneo racconta: “A 13 anni mi ero innamorato di un ragazzo, ma all’epoca avevo letto sui giornali che questi gay, definiti ‘mostri’, per innamorarsi e correggere la loro imperfezione, dovevano diventare donne. Quindi, per avere questo ragazzo pensavo di dover diventare una donna, anche se non lo volevo, e sono andato a dirlo a mia mamma. Lei mi ha portato da un dottore e gli ha detto che ero “un uomo sensuale”. Non sapeva nemmeno il termine! Purtroppo si è fidata di questo dottore e così mi hanno mandato in manicomio, in un ospedale psichiatrico. Invece di aiutarmi mi facevano dormire in continuazione e mi sedavano e basta. A un certo punto, quindi, ho capito che dovevo difendermi dal mondo perché nessuno mi avrebbe mai aiutato e ho deciso di dire che ero guarito, che stavo benissimo e non ho più affrontato il problema. In seminario sono entrato nel 1965. Mi sarebbe piaciuto diventare prete, più che altro era l’unica possibilità, non vedevo altre vie e poi i miei erano molto poveri e in seminario si poteva spendere di meno per tenere i ragazzi in collegio. Sono stato lì ma piangevo e non stavo bene: mi hanno mandato in seminario per non farmi avere nessun contatto col mondo. È stata una grande sofferenza, anche perché allora non si parlava tranquillamente di gay. Poi è arrivato il 1968, sono arrivate le rivoluzioni sessuali ed è cambiato tutto e, probabilmente, anche grazie a me. La mia diversità è diventata esempio di una strada nuova”.

 

Ivan Cattaneo choc dopo il coming out la mia famiglia mi chiuse in manicomio perché gayultima modifica: 2021-12-09T09:00:41+01:00da nessi-15